Novembre è stato particolarmente importante, per varie ragioni. Una di queste è sicuramente stata la scoperta di quella che posso con certezza definire la scrittrice italiana più raffinata che abbia mai avuto il piacere di leggere. E’ stata lei la sorpresa più bella dell’anno. Tuffarsi nella lettura della Morante è stato come approdare a Procida e soggiornarci un po’, girare per le viuzze di quest’isoletta rocciosa galleggiante sul mare napoletano, lasciandomi guidare dalla narrazione di Arturo, il quale rievoca la propria infanzia fino al suo sedicesimo compleanno. Arturo conduce la propria esistenza conduce la propria esistenza in una selvatica solitudine, tra il mare fresco e le campagne, fra scogliere, la spiaggia, i vicoletti abitati dai procidani. Il primo trauma vissuto è legato alla sua nascita: la madre muore di parto, e da quando è bambino, per un certo periodo della sua vita avverte la sua forte presenza sull’isola, ha una cieca fede nella sua esistenza spirituale. Con la pubertà subentra uno scetticismo nero, cinico. Rassegnato. Rilega il pensiero di sua madre in un angolo inconscio della sua mente, dove continua ad agire indisturbato. I tormenti interiori di Arturo crescono diametralmente al suo graduale ingresso nella pubertà, rendendolo maggiormente irrequieto, fino ad osteggiare il padre, l’unico membro della sua famiglia, la sola persona a ricevere il suo amore più profondo, più viscerale. Amore che il padre non ha mai contraccambiato e alimentato in nessun modo, ma al contrario, inasprito con un costante, freddo distacco, e le sue frequenti partenze verso mete misteriose. In Arturo c’è un’aspra coesistenza tra il selvaggio e il gentiluomo, tra il duro e il passionale. Vive tra i libri, sogna di viaggiare da grande con suo padre, insegnare agli uomini i valori veri. “L’isola di Arturo” è un romanzo interessantissimo da argomentare, cogliendo i molteplici spunti che dona nel corso della storia. Dinamiche sociali particolarmente rilevanti, come il rapporto tra Arturo e la matrigna, il rapporto padre-figlio, la pubertà, l’infanzia solitaria, il viaggio, l’amicizia.
E’ un romanzo commovente, triste, travolgente. Ma facciamo un patto: per non rovinarvi la sorpresa, colgo l’occasione di consigliarvi questa splendida perla da regalare per Natale, adatta a tutti, e in modo particolare a chi ama il dramma.
Buona lettura, e alla prossima!
Mi ricordo che lo lessi in estate dopo averlo incontrato durante gli studi liceali… bellissimo libro 🙂
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Lo sto leggendo ora, anche se l’ho già interrotto due volte per leggere alto… non riesce a prendermi del tutto.
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Grazie per la recensione!
Felice 2018 😄
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